Programma
G. Donizetti | Una furtiva lagrima da “L’Elisir d’amore” |
F. Cilea | È La solita storia del pastore da “L’Arlesiana” |
G. Puccini | Donna non vidi mai da “Manon Lescaut” |
F. von Flotow | M’apparì, tutto amor da “Martha” |
F. P. Tosti | L’alba separa dalla luce l’ombra Aria da camera |
R. Leoncavallo | Mattinata Aria da camera |
U. Giordano | Amor ti vieta da “Fedora” |
G. Puccini | E lucevan le stelle da “Tosca” |
U. Giordano | Come un bel dì di maggio da “Andrea Chénier” |
R. Leoncavallo | Vesti la giubba da “Pagliacci” |
E. De Curtis | Torna a Surriento Canzone napoletana |
S. Cardillo | Core ‘ngrato Canzone napoletana |
Curriculum
MARCO MIGLIETTA, Tenore
Tenore Leccese, da giovanissimo ha mosso i suoi primi passi nella musica leggera. Avvicinatosi allo studio del canto lirico, si è diplomato all’Istituto R. Franci di Siena. Nel 2012, ha preso parte alla masterclass dell’Accademia Musicale Chigiana tenuta dal soprano Raina Kabaivanska e nel 2013, ha frequentato l’Opera Studio dell’Accademia Santa Cecilia tenuta dal soprano Renata Scotto. Nel novembre 2013, ha debuttato in Un Giorno di Regno di G. Verdi al Reate Festival di Rieti. Nel corso degli anni ha cantato per l’ Accademia di Santa Cecilia, Accademia Musicale Chigiana, al Musikverein di Vienna e numerosi concerti per la Fondazione Luciano Pavarotti di cui fa parte dal 2014. Ha cantato nell’opera Il Cappello di Paglia di Firenze al Teatro Petruzzelli di Bari, ne “La Rondine” di G. Puccini “Milo, Maya e il Giro del Mondo” (ed. Ricordi) rappresentata, con 57 repliche, in importanti teatri italiani. Ha cantato il ruolo principale del Principe nell’opera contemporanea La Cenerentola di C. Carrara, in prima esecuzione assoluta al Teatro Petruzzelli di Bari, dove ha cantato anche ne La Gazza Ladra per l’apertura di Stagione 2016/17. Negli ultimi anni, l’importante debutto nel ruolo di Cavaradossi in Tosca al Cairo Opera House, Die Zauberflöte al San Carlo di Napoli, in AsLiCo e allo Sferisterio di Macerata, Il Cappello di Paglia di Firenze e Nabucco nel ruolo di Ismaele al Teatro di San Carlo di Napoli, La Traviata e Madama Butterfly al Teatro Petruzzelli di Bari, Camille de Rossillon ne La Vedova Allegra al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’Otello di G. Verdi al Luglio Musicale Trapanese. Nel 2022, è ritornato al Teatro del Cairo Opera House per cantare il ruolo di Rodolfo ne La Bohème; ha cantato il ruolo principale de Il Padre nell’opera contemporanea La Notte di San Nicola di N. Campogrande al Teatro Petruzzelli di Bari e Cassio nell’Otello di Verdi al Teatro Comunale di Bologna e ne La Traviata al teatro di San Carlo di Napoli.
ANDRÉS JESÚS GALLUCCI, pianoforte
Classe 1987, si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di musica “T. Schipa” di Lecce sotto la guida della prof.ssa Silvana Libardo, ottenendo il massimo dei voti, lode e menzione d’Onore. Ha conseguito il biennio specialistico di II livello in discipline musicali presso il Conservatorio “N. Rota” di Monopoli, sotto la guida del M° Roberto Bollea, laureandosi col massimo dei voti e lode. Ha partecipato ai corsi di perfezionamento tenuti dai maestri di fama internazionale Ilya Itin, Oscar Martin, Gulsin Onay, Jorge Luis Prats, Michele Marvulli, Aquiles Delle Vigne. Si è avvicinato al repertorio operistico nel 2011, collaborando con il Coro Lirico di Lecce, diretto dal M° Emanuela di Pietro e con il “Coro Polifonico dell’Università del Salento” diretto dal M°De Luca. Nel Bienno 2012/2014 ha frequentato l’Accademia del Teatro alla Scala come allievo del corso per maestri collaboratori. Nel luglio 2015 ha partecipato come allievo all’opera studio della “Riccardo Muti Opera Academy”, collaborando all’interno della programmazione del “Ravenna Festival”. Intraprendendo l’attività professionale, avvia numerose collaborazioni con importanti festival e produzioni operistiche: attualmente porta avanti l’attività di maestro collaboratore di sala e palcoscenico presso la “Fondazione Teatro Gaetano Fraschini” di Pavia e il Teatro Sociale di Como all’interno del circuito “Opera Lombardia” e del Festival “Como città della musica”. È stato maestro collaboratore di palcoscenico presso il Teatro alla Scala di Milano e maestro di sala presso il Teatro Nazionale di Milano. È stato maestro al fortepiano presso il “Rossini in Wildbad Belcanto Opera Festival”, maestro di sala e palcoscenico presso il Teatro Regio di Parma e il Teatro Verdi di Busseto per il “Festival Verdi”. Ha collaborato come maestro accompagnatore con numerosi artisti di spicco del mondo dell’opera, come Filippo Morace, Roberto Coviello, Silvia Dalla Benetta, Tiziana Fabbricini, Andrea Mastroni, e altri. È stato pianista accompagnatore delle classi di canto presso la Scuola Civica di Musica “C. Abbado” di Milano. Attualmente svolge la professione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano e “F. Vittadini”di Pavia.
FERNANDO GRECO, voce narrante
Pediatra di professione, si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia e si è specializzato con lode in Pediatria e Neonatologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma. Dal 2000 lavora in qualità di Dirigente Medico nell’Unità Materno-Infantile dell’ospedale “Cardinale G. Panico” di Tricase. Fin dalla più tenera età si diletta nel coltivare un’innata passione musicale. Negli anni Novanta ha fatto parte del coro “Nostra Signora di Guadalupe” di Roma diretto dal contralto Stella Salvati, sia in veste di corista sia di solista. In qualità di basso-baritono, cura il repertorio vocale con il maestro Michele D’Elia. Ha studiato pianoforte con la prof.ssa Irene Scardia. Collabora con il magazine online “Il Tacco d’Italia” ed è accreditato come critico musicale per la Fondazione Petruzzelli di Bari, il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, la compagnia “Balletto del Sud”, la Stagione Sinfonica della OLES. Viene spesso invitato a far parte di giurie e commissioni di concorsi e manifestazioni musicali.
Note di Sala
Eraldo Martucci
Voce che si fa amare, che fa sognare ed infiamma i cuori, quella del tenore è stata di volta in volta soave ed implorante, come nel mitico Rubini nell’Ottocento, o sensuale e struggente, come in Enrico Caruso, che aprì all’inizio del Novecento la schiera dei moderni divi della lirica, da Tito Schipa a Luciano Pavarotti.
A 150 anni dalla nascita (Napoli, 25 febbraio 1873) il mito di Enrico Caruso è più vivo che mai. Ed a lui si guarda, se non come il più grande tenore di tutti i tempi (una classifica in tal senso è sempre arbitraria), certamente come all’inventore dello star system: alla sua immensa popolarità contribuì anche la massiccia azione pubblicitaria che accentuò la vendita dei suoi dischi, veri best seller dell’epoca.
Il suo “Vesti la giubba” dai “Pagliacci” di Leoncavallo arrivò infatti a superare il milione di copie vendute. E la sua storia, dopo essere stata oggetto di diversi film e musical, è stata ricordata, tra l’altro, anche da Lucio Dalla in quella bellissima canzone che rievocava le sue ultime notti nell’albergo Vittoria di Sorrento. La sua vita fu costellata da molti momenti di felicità dovuti all’immenso dono naturale della splendida voce, la cui bellezza e morbidezza facevano pensare al suono del violoncello, ma anche da tante amarezze.
Il suo debutto risale al 1895, nel 1900 apparve per la prima volta alla Scala diretto da Arturo Toscanini, e nel 1903 fece il suo ingresso trionfale al Metropolitan di New York, che fino alla morte (Napoli, 2 agosto 1921) divenne il suo incontrastato regno. Fu interprete eccezionale nel repertorio “verista” (fra le altre associò il suo nome alle prime assolute di “Adriana Lecouvreur” e “L’Arlesiana” di Cilea, e della “Fedora” di Giordano), e nelle opere del Verdi della maturità quali “La forza del destino” e “Aida”. Non bisogna poi dimenticare il Caruso insuperato cesellatore di canzoni napoletane, che all’epoca alimentarono le lancinanti nostalgie degli emigrati italiani in America.